giovedì 9 ottobre 2008

Penultimi


Felice che il primio capitolo sia stato nel complesso giudicato un buon lavoro (dovrò porre delle modifiche, i know), ora sto terminando il primo paragrafo del secondo capitolo. Mi sto concentrando sul rapporto marketing e Internet, riportando diversi studi statistici riguardo la diffusione della rete e, di conseguenza, delle sue forme comunicative. La parola d'ordine è conversazione e non semplice messaggio.
Nelle ricerche che sto effettuando è strano leggere il report pubblicato da Nielsen, riguardo il rapporto pubblicità e consumatore e, più precisamente, quanto i consumatori credono alla pubblicità. L'Italia è al penultimo posto di una classifica abbastanza numerosa. Col 32%, gli italiani si mostrano sostanzialmente scettici nei confronti della pubblicità, dopo di noi i danesi con il 28%. E' strano perchè questo è il paese della pubblicità, in fondo l'attuale primo ministro viene da quell'ambiente ed ha fatto le sue fortune grazie agli spot televisivi. Forse gli italiani si sono stufati della pubblicità in quanto tale: flusso continuo che, per quanto riguarda la televisione (il media più consumato dagli italiani), tiene in ostaggio i poveri telespettatori. Il nostro servizio pubblico, la Rai, per combattere una concorrenza agguerrita con l'emittenza privata, Mediaset, si è abbassata alla commercializzazione forsennata (perdendo il ruolo di servizio pubblico, ovvero lontano da logica commerciali e più vicino alle esigenze dei cittadini) rinunciando alla qualità a favore della sopravvivenza. Non è un caso che la tv satellitare stia registrando numeri sempre più importanti. Forse in Italia la televisione sta perdendo, o ha perso del tutto.
Tiro un sospiro di sollievo quando penso che c'è Internet. Davvero.

3 commenti:

Naima ha detto...

O forse che gli italiani abbiano imparato a non credere in niente? Baci

ILARIA ha detto...

.. no, io credo al nostro premier quando dice di comprare azioni Enel ed Eni!!
Presto, affrettiamoci!!!!!

Andrea Patassa ha detto...

@naima:non so naima, di certo è un dato che fa riflettere... sicuramente c'è una sfiducia diffusa che si riflette, come comunicano i dati, anche nella comunicazione pubblicitaria.
@ilaria:secondo me era lì lì per dire: comprate azioni mediaset e facciamola finita con 'sto teatrino, sono o non sono un imprenditore? :D