giovedì 23 ottobre 2008

Gli interessi superano il numero di Dunbar?


Ho ricevuto diverse considerazioni sul post scritto un po’ di giorni fa sul numero di Dunbar applicato a Facebook. In questi giorni si parla molto del “libro faccia” addirittura, stando alle ultime statistiche, il mondo dei social network ha superato in numero di click il pianeta del porno connesso in rete. In Italia negli ultimi mesi Facebook ha raccolto a sé un numero di contatti sempre in crescita. Anche nel nostro paese, il concetto di social network si sta definitivamente affermando (in Usa è già da tempo diffuso). L’uso dei social network è una pratica di condivisione si, di aspetti futili (spam contenenti cose più o meno simpatiche, ma che hanno effettivamente scarso valore, anch’io consumo e ogni tanto produco spam, lo ammetto), ma ci può essere un uso più “intelligente” degli strumenti offerti da Facebook. Un esempio, la condivisione di interessi in comune. Mi spiego, e se un social network così altamente frequentato venisse utilizzato per la diffusione di contenuti ai quali altri “interessati” potrebbero fruirne? In Facebook le reti che si vengono a strutturare tra gli utenti si basano sulle amicizie, conoscenze, relazioni più o meno già instaurate al di fuori dello schermo del pc; ma si potrebbero basare anche sulla condivisione di un interesse in comune, io ho già quattro contatti nati esclusivamente dalla passione per la letteratura. Una rete basata su un interesse e non su una conoscenza. Quindi la rete potrebbe espandersi notevolmente, superare di gran lunga il numero massimo dei 150 membri fissato dall’antropologo Dunbar. Questa regola dei 150 si basa sull’analisi di un villaggio, dove si tesse una rete di relazioni fondata su esigenze personali e obiettivi in comune diversi da quelle reti costruite intorno ad un interesse specifico. Forse il limite di Facebook è la sua generalizzazione (che però rappresenta una chiave di lettura per spiegare la sua popolarità), ovvero l’assenza di base di qualsiasi specializzazione nell’incentivare la socializzazione. Un social network specializzato come aNobii, basato sull’interesse della lettura, è l’esempio di una rete fondata sui libri, quindi specifica, dove tutti gli utenti mettono in condivisione le proprie esperienze di lettura. In Facebook questo non è immediato, bisogna impegnarsi a costruire una propria rete e magari utilizzarla per diffondere cose che ad altri interessano.

3 commenti:

Adriano (Adrio) Petrucci ha detto...

ciaooooo!!!!
un saluto veloce!
oi sul blog c'è la presentazione del volume!
dimmi se ti piace la copertina hihihiahshashiashaishaish

ciaoooooooooo

Anonimo ha detto...

Ah, ieri su Repubblica c'era un articolo di David Foster Wallace che partendo dal fenomeno dei social network approfondiva il fenomeno dello scambio di e-mail. Vedi se riesci a recuperarlo, è molto interessante.

Andrea Patassa ha detto...

@adrio:bella copertina!Ma lo presenti a Lucca Comics?
@SIB:Grazie!! Cavolo mi era sfuggito, grazie perchè è veramente interessante. Sto scoprendo ora David Foster Wallace, conoscevo solo Infinite Jest (non l'ho letto, dicono sia un'impresa). Grazie un sacco! :)