lunedì 8 ottobre 2007

Intimi pensieri


Mi sono addentrato nel libro dei Wu Ming, Manituana, quindi per un po’ ne avrò di che leggere. Era da tempo che attendeva nello scaffale di “quelli da leggere”, e non poteva più essere ignorato. Anche se ho captato giudizi altalenanti, naturalmente non voglio sbilanciarmi in nessun tipo di valutazione o critica, per adesso non mi sta dispiacendo.

Invece, ecco di che cosa voglio scrivere su ‘sto post oggi, c’è un libro che merita attenzione. La vergogna delle scarpe nuove, di Paolo Nori, è un libro particolarissimo. Questo libro l’ho scovato su Anobii, spulciando nelle librerie virtuali altrui, il titolo mi aveva incuriosito e per mia ignoranza di Paolo Nori non sapevo nulla. Il libro può essere considerato un filmato amatoriale di vita reale, frammenti di vissuto trasformati in parole. E’ soprattutto lo stile utilizzato da Paolo Nori ad avermi trasmesso questa sensazione: pochissima punteggiatura, flussi di pensieri che si susseguono senza pause, senza logiche narrative, ed infine, intimistiche impressioni, così personali che a volte ci si sente in imbarazzo. Si entra nella vita reale di uno scrittore, traduttore di romanzi russi e tutto viene rappresentato grazie ai pensieri di chi scrive, forse, vero attore protagonista. Un rapporto di coppia che non funziona più, una figlia che non sta bene, la tensione crescente nei tragitti andata e ritorno in bicicletta, da casa all’ospedale. Parma, che in fondo è meglio di Bologna.

Per descrivere sinteticamente il romanzo bastano le parole di Paolo Nori:

“questo libro racconta una fine, e si legge in due ore”.

Sottolineo la particolarità del testo, non vi aspettate niente di tradizionale; non è facile comprendere subito una punteggiatura minimalista e tempi a volte troncati, proprio come accade nell’elaborazione continua di pensieri. Ma non è detto che un libro debba sempre rispettare certi canoni per essere apprezzato. Quello di Paolo Nori a me ha ricordato molto l’intimità narrativa di Svevo, nel suo capolavoro La coscienza di Zeno. Anche ne La vergogna delle scarpe nuove c’è la conflittualità dell’io, le convinzioni, le insicurezze, i dubbi che affollano la mente, le decisioni e le conseguenze, tutti aspetti che caratterizzano i nostri pensieri ogni giorno.

3 commenti:

Naima ha detto...

curiosità, anche io ho una figlia di nome Irma! grazie per la tua preziosa e accurata descrizione, temo che il libro sia troppo angosciante, o sbaglio? come dire, in generale a me non piacciono le fini, ma molto di più gli inizi... pensi che mi possa piacere lo stesso? ciao naima

Andrea Patassa ha detto...

anch'io preferisco gli inizi, e si, devo amettere che il romanzo di Nori trasmette un'ansia che incalza continuamente. Ma Nori ha la straordinaria capacità (difficilmente riscontrabile in altri autori italiani contemporanei che ho letto) di trasformare i pensieri in parole, senza costringerli in strutture sintattiche formali. Sembra di vivere nella mente del protagonista. Io te lo consiglio, ripeto, solo per la sua originalità.
Ciao! :)

Anonimo ha detto...

Ho scritto una cosa anch'ìo su questo libro, una mail ad un'amica alla quale l'ho prestato.
Poi l'hanno pubblicata come fosse una recensione, ma è solo un gioco, dove scherzo un po' lo stile del Nori. E' qui: http://www.debaser.it/recensionidb/ID_27961/Paolo_Nori_La_vergogna_delle_scarpe_nuove.htm

P.S. sono basso (e calvo) ma anche se non posso godere d'una vista dall'alto perpcepisco le incipienti calvizie degli allampanati lungagnoni come un rabdomante.
In fondo calvo sarai carino.

Bai bai.
odradek