sabato 19 aprile 2008

Darwin e il Tg2


Un po’ di tempo fa il Tg2 manda in onda un servizio molto breve sulla critica al darwinismo. La pillola informativa (dura pressappoco quasi due minuti) sintetizza il pensiero dell’evoluzionismo partorito da una mente acuta di nome Charles Darwin, usando come spunto di critica la recente pubblicazione di Rosa Alberoni Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin, dove si cerca di sfoltire la tesi sull’evoluzione premettendo però di non conoscerla approfonditamente. Ad introdurre il libro una brevissima affermazione del cardinale Renato Martino che parla di commistione marxista nelle tesi di Darwin e che, dopo il crollo della ideologia formulata da Marx, il nuovo nemico da combattere è il materialismo della teoria evoluzionista. Definirei agghiacciante la domanda retorica che il cardinale sottopone alla giornalista inerme: «ma lei si sente discendente da uno scimpanzè? Io no!».

I secondi passano, e dopo l’atto di fedeltà della Alberoni al creazionismo ed alla redenzione come lente per osservare l’evoluzione dell’uomo, arriva il commento del biologo genetista Giuseppe Sermonti. La sua analisi associa l’evoluzionismo darwiniano alla discriminazione razzista, insomma, l’evoluzione di Darwin, per il professore, è la sopraffazione del forte sul debole, nient’altro. Finisce il servizio, le telecamere tornano in studio e il telegiornale continua la presentazione di notizie.

Ecco la cosa grave. Il servizio fa un’analisi critica, giustamente accolta in un format informativo del servizio pubblico che deve saper garantire il pluralismo delle opinioni, ma il problema è che infrange ogni codice deontologico non ammettendo il contraddittorio. Per un servizio pubblico come la Rai questo è inammissibile, è segno di evidente controllo e imposizione mediatica.

Un servizio del genere dovrebbe essere portato come esempio negativo nelle scuole di giornalismo, ecco come non si fa un servizio televisivo ragazzi. Non è neanche onesto intellettualmente, perché, forte dell’ondata creazionista proveniente dagli Stati Uniti dove la diatriba ha raggiunto livelli di tensione molto alta, e della Chiesa cattolica ancora non esposta chiaramente sulla contesa tra scienziati, filosofi e teologi, si fa forte di opinioni che meriterebbero un dovuto approfondimento così da permettere al telespettatore di poter comprendere al meglio ciò di cui si sta discutendo. Al contrario, così facendo si vuole far passare la tesi sull’evoluzionismo come una teoria scientifica debole (peccato che fino ad oggi non sia stata ancora confutata) confrontandola con la tesi creazionista che, attenzione, scientifica non è. Tutto questo durante il telegiornale non è stato sottolineato, quantomeno accennato.

Per fortuna che il pollice ha ancora il coraggio di premere il tasto rosso e di arrestare il flusso continuo di informazione parzialmente scremata che proviene dallo schermo luminoso. Fa sempre male dover assistere a queste cadute di stile, soprattutto se a cadere è il servizio pubblico pagato da tutti gli italiani. Sgranchitevi i pollici dunque, c’è da spengere un po’ di televisori.

2 commenti:

Choppa ha detto...

"Pluralismo di opinioni" ed "etica" sono espressioni che, se abbinate alla parola Tg2, assumono una valenza ossimorica.
...la choppa ha sentenziato...
:)

Andrea Patassa ha detto...

@choppa:il servizio pubblico è in mano alle formazioni politiche, da sempre. E questo è un peso terribile per l'informazione italiana, siamo in mano alle manipolazioni dei diversi esecutivi che si alternano. Non è un caso che alla presentazione del libro della Alberoni c'era anche il direttore del Tg2...