mercoledì 2 aprile 2008

Mangiarsi le fragole a gennaio

Lo so, scrivere di uno spettacolo teatrale ormai terminato non è molto utile soprattutto per chi lo promuove, fatto sta che non posso fare a meno di scriverne qualcosa, quindi non biasimatemi.

Fatta la premessa vi racconto di Fragole a gennaio, uno spettacolo teatrale divertente, coinvolgente, dai ritmi dinamici e dalle situazioni mai scontate o prevedibili. E poi la grande professionalità dei suoi quattro giovani attori, capaci di spaziare nella recitazione ora con ilarità e guitti comici, ora con riflessione e toni pacati, sorregge le impalcature della storia scritta originariamente da Evelyne de la Chenelière. La vita di Francois personaggio magnetico dal carattere fresco e colorato, interpretato meravigliosamente da Josefia Forlì, si intreccia con quella di Sophie sua coinquilina, una ragazza stravagante in bilico nel suo umore altalenante e sfuggente, l’interpretazione di Claudia Salvatore riesce a riprodurre tutte le sfumature e le imperfezioni del personaggio. C’è poi Robert un professore di letteratura dall’animo eclettico, anticonformista, profondamente radicato nelle sue convinzioni, lontano dagli studi perché deciso a prendersi un anno sabbatico, è Riccardo Monitillo ad interpretarlo e lo fa benissimo mostrando le spigolature del personaggio, le sue insicurezze nascoste da uno spesso strato di falsa saggezza. Infine c’è Lea, dalla interpretazione di Enrica Nizi si comprende lo stato d’animo, anche esso complesso, ma più ingenuo e sincero rispetto a quello degli altri personaggi, forse il vivere lontano dalla città e dalle sue complessità rende Lea utile a ristabilire un ordine dei sentimenti vorticosamente messi in discussione durante la storia.

Mi sono divertito, la storia mi ha fatto pensare, sorridere e, perché no, appassionare alle vicende di Francois immerso nella rete di rapporti perennemente in bilico tra la realtà (a volte dura, ma ricca di finali “alternativi”) e il vivere in un film con le sue luci, le inquadrature, le musiche (un film senza musica non coinvolge, e poi nel film il finale è quello e basta). Complimenti ad Alessio Mosca il regista esordiente e all’organizzazione che ha saputo promuovere attraverso il web, in modo intelligente e dinamico, lo spettacolo, e perché sono stati capaci di dar vita ad una piccola e sorprendente messa in scena dei sentimenti nelle loro infinite sfaccettature.

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