venerdì 9 novembre 2007

Molto giallo con punte di noir


Una barba lunga, uno sguardo bonario su un viso rubicondo. L’immagine di Gianni Mura si riflette nel suo primo romanzo Giallo su giallo. Mura è uno dei più bravi giornalisti sportivi che c’è in Italia, è lontano dai commenti sgrammaticati e denigratori di molti dei giornalisti televisivi che parlano principalmente, ahimè, solo di pallone. Gianni Mura è un giornalista alla vecchia maniera, che conosce bene il ciclismo, che è innamorato della Francia e del suo tour. Giallo su giallo è un noir sportivo, passatemi l’etichettatura. Il protagonista, manco a farlo a posta, è proprio lui, Gianni Mura. Il giornalista è immischiato in una storia di sangue, inquadrata nella splendida cornice descritta con maestria, della competizione ciclistica, e se la dovrà cavare senza dimenticarsi del suo lavoro: il giornalismo. Il giallo, sciorinato nel susseguirsi delle pagine, a mio parere, passa in secondo piano. Il romanzo è una cronaca puntuale di com’è la vita di un giornalista sportivo durante il Tour de France. Spiega cosa significa seguire giorno dopo giorno il carrozzone che attraversa dei scenari splendidi; ricorda com’era in passato il tour, com’è cambiato, come tutto è diventato più tecnico, organizzato, privo di contrattempi, di imprevisti. E forse, proprio quegli imprevisti e quella umanità, tanto sospirata da Mura, si manifestano negli inspiegabili omicidi, gli unici fattori di destabilizzazione. La cucina poi, l’altra passione di Gianni Mura, è una costante del libro. La descrizione dei piatti, la loro storia, i giusti abbinamenti e la descrizione dei sapori, mi ricordano molto un altro grande giallista ed esperto di cucina che era Manuel Vàzquez Montalbàn. Anch’esso nelle sue storie inseriva contenuti culinari per smorzare la tensione. Se poi ci capite di ciclismo, allora Giallo su giallo deve essere vostro a tutti i costi. Io non ci ho mai trovato nulla di così esaltante in quelle schiene ingobbite che spingono sui pedali, ma leggendo il libro sono rimasto colpito e per di più incuriosito non tanto dalla disciplina, quanto dal tanto materiale umano che ruota attorno questo sport.

L’esordio letterario di Gianni Mura, anche se un esperto di parole come lui proprio non si può chiamare esordiente, passa a pieni voti. Il romanzo è piacevolissimo, scorrevole e per nulla macchinoso. Lo stile giornalistico chiaro ed asciutto del giornalista milanese è l’arma vincente, è ciò che permetterà al lettore di conoscere il ciclismo sotto un’altra luce, molto gialla.

5 commenti:

digito ergo sum ha detto...

Ora, grazie alla tua critica, me lo compro. È sul poco macchinoso che ho qualche riserva. I libri immediatamente comprensibili mi fanno sentire intelligente. Questo giustifica la mia calvizie ma fa fare tonfi spettacolosi al mio ego.

Andrea Patassa ha detto...

I libri comprensibili o facili ogni tanto ci servono. E poi nella facilità del leggere non è detto che ci sia poco spessore del pensiero comunicato, anzi.
Ogni tanto qualche tonfo dovremmo pure meritarcelo, non ti pare?
Grazie per la tua visita!
:)

[luca] ha detto...

c'ero passato già di qua, e tornerò

Andrea Patassa ha detto...

Luca-Bene, sarei benvenuto! Grazie per la tua visita.
:)

lapilli ha detto...

grazie per il suggerimento. Mi ispira parecchio, l'avevo notato in libreria...