giovedì 6 marzo 2008

Donne, due punti


Un uomo che parli di donne suona male. Le donne sono troppo forti, ecco tutto, sono decisamente più forti degli uomini, ciò spiega perchè questi hanno paura (compreso il sottoscritto) e si rassicurano tenendo stretti quei principi della vaga e vana mascolinità. Le donne capiscono senza parlare, ti scrutano nel fondo degli occhi lasciandoti perso come un bambino in cerca dei suoi genitori nel mezzo di una folla anonima. Le donne, viste dagli uomini, sono particolari fisici, linee morbide, tratti aggraziati, capelli che nascondo, occhi che abbagliano; le donne, invece, sanno raccogliere con un solo sguardo la totalità del gesto, la completezza di un individuo, ecco ciò che le rende forti, praticamente invincibili. La società che eleva l’uomo e lo compara al soggetto dominante ha una paura fottuta delle donne, così le demonizza: streghe, puttane, infedeli, cagne e quant’altro. Hai paura, uomo di quello sguardo, hai paura di sentirti sviscerato nell’anima, hai una paura fottuta. Dolci e aspre allo stesso tempo, non so perché, ma quando penso alle donne mi viene in mente il mare di Sicilia, onde morbide e calme e terra brulla ed arida.

Le donne, due punti, poi sta alle parole proseguire, riempire gli infiniti spazi bianchi che si stagliano nell’orizzonte. La definizione di donna o di uomo è impossibile, credo. Sarebbe come voler scolpire l’aria. Filippo Timi è un uomo che, mostrando un bel po’ di onestà intellettuale, non ha perseguito una definizione di donna nel suo E lasciamole cadere queste stelle, ma ha cercato di raccontare, attraverso delle storie, le sensazioni che una donna può provare. Certo, il grosso rischio sta nel provarle indirettamente ovvero grazie ad un’attenta e nitida analisi dell’animo femminile e sperare che quelle parole possano trovare conferma nella mente delle donne. Ciò che stupisce è l’onestà di quelle parole, a detta di alcune donne che lo hanno letto.

Il libro raccoglie parecchie storie al femminile, brevi, sfumate, senza alcun dettaglio oggettivo, ma costruite su velate sensazioni raccolte dai sensi e riproposte in frasi brevi e con un linguaggio asciutto decisamente teatrale. Infatti Filippo Timi è un attore di teatro, comparso anche sulla scena cinematografica e attualmente impegnato nelle riprese del film Come dio comanda di Salvatores. C’è nelle sue storie l’intento di puntare un occhio di bue sulle figure femminili che si alternano nello scorrere delle pagine, offrendo al lettore una sorta di monologo, spesso in prima persona, intenso e impregnato di istanze fortemente umane: amore, piacere, dolore, rancore, noia, ribrezzo, affettuosità, onestà, superbia si mescolano e si concentrano su volti delicati o grotteschi. Leggendo il libro si fa conoscenza con archetipi di donne ora ferme e decise, ora tremanti ed insicure. O forse è l’espressione sincera del lato femminile presente in ogni uomo, spesso tenuto in penombra o addirittura relegato nel fondo delle coscienze, assoggettato da una mascolinità goliardica e balbettante, persa nei suoi borbottii e incantata dalla complessa semplicità di una donna.

8 commenti:

lapilli ha detto...

adoro Filippo Timi.

Lo amo alla follia e lo seguo da tempo leggendo i suoi scritti (bello anche quello scritto con Albinati) e vedendo (quasi) tutti i film nei quali recita una parte.

Ho già capito chi interpreterà in Come Dio comanda...

Anonimo ha detto...
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Andrea Patassa ha detto...

@lapilli:il nazi-papà, ovvio... :-)

Maurizio Maestri ha detto...

Reale come descrizione. Reale ed incredibilmente ottica, quasi a testimoniare l'alta sensibilità che pervade le uscite della vita. Non so per quale motivo tu te ne sia impregnato ma lo considero un dono. Quello cioè d'andare nel fondo dello sconvolgimento maschile e trarne la parte peggiore, quella instabile che reprime il tutto della volgare violenza o nella violenta volgarità. Se le donne ti smontano con uno sguardo l'uomo lo fa con un peto, se la donna finge di capirti tu credi di essere come ti capisce. Questa l'alta arte della femminilità che rispecchia l'avvenuto e l'avvento del successo delle donne. Donne tenute fuori a forza da questo mondo maschile e maschilista. Perchè nella competizione l'unica cose che ancora propende per l'uomo è la brutalità ch'esso ancora riesce malamente ad esprimere. Retaggio primitivo, diranno alcuni. In realtà a nessuno piace perdere l'influenza delle cose. E fortunatamente negli ultimi anni gli uomini l'ahhno perduta. (ps. adoro il cervello quando va in tilt e scrive ahhno anzichè hanno... speriamo non sia grave!!!) Prosit Patassa. Hai un blog che spacca il culo ai passerotti come direbbe il mio giovane cugino per esprimere gaudio et gradimento. Mentre mia cugina si sarebbe limitata a farti gli occhi dolci. :-)

Choppa ha detto...

Concordo con lapilli,Timi è il miglior attore italiano al momento e lo adoro anch'io! "Tutt'al più muoio" è una lettura sgradevole e proprio per questo gradevole, l'unico che possa tenere testa all'ondata di "realismo crudo" americana: parlo di Augusten Burroughs ed Eggers. (J.T.Leroy per me è cosa di poco conto).

Volevo chiedere ad andrea se ha letto i libri di Cormac McCarty.

Andrea Patassa ha detto...

@maurizio:cavoletti che commento!Mi riempie di entusiasmo quando qualcuno si impegna a scrivere su questo blog perchè signfica che quello che scrivo, in fondo, fa muovere le idee. Noi uomini siamo il particolare, pensiamo al particolare, interpretiamo il sesso come particolare, le donne, al contrario, estendono la loro visione del mondo al globale, all'unico e inscindibile tutto. E' questo che ci frega. Lo sconvolgimento c'è solo quando si assapora lo strano gusto del reale, o meglio, del reale equlibrio dei sessi che scavalca l'influenze sulle cose, il prevaricare la somiglianza. Un bel casotto, senza dubbio. Grazie Maurizio, grazie davvero.
@choppa: Timi l'ho scoperto per caso, sono rimasto incantato dai suoi video che ha pubblicato su myspace, incredibili! Si ho letto McCarthy in quel cazzotto allo stomaco che è "La strada", ho scritto qui un commento (http://patassa.blogspot.com/2007/12/la-fine-del-mondo.html) a mio parere, il più bel libro letto lo scorso anno. Ma mi fermo a quello, vorrei leggere altro. Choppa, conosci altri titoli interessanti? Salutoni! :-)

Adriano (Adrio) Petrucci ha detto...

mi trovi spaesato..ci sarebbero cosi tante cose da dire;D

diciamo che mi tengo buono per il tuo prossimo post!

restiamo cosi...:" le donne... stesso pianeta... ma tutto un altro mondo!" come le cassette dainamic! evviva le donne, s eno sai hce noja! ashkasasjaksja

ciaoooooooooooooo

forse illustrerò una storiella...poi ti faccio sapere!
cxiaooooooooooooooo

Choppa ha detto...

gentile andrea, ti scrivo quiper sicurezza, anche se mi vanto di essere tra i tuoi blog consigliati: ho TANTI titoli interessanti... :)
se ti va e se ne hai la possibilità, sarei felicissima di diventare un prestigioso contatto msn: choppa7@hotmail.it
Comunque un consiglio te lo do anche gratis: tutto ciò che ha scritto Bill Bryson vale la pena.
Soprattutto "Una città o l'altra" e "Vestivamo da superman" (orrida traduzione dell'originale "The Time and Life of the Tunderbolt Kid").