Gira in rete questo video riportato sui blog di Luca Sofri e su quello di Giovanni Boccia Artieri, è un frammento di una delle puntate di Porta a Porta dedicate alla morte della studentessa inglese Meredith. Sono minuti di pura televisione generalista di stampo vespiano. Si parla dei blog come uno strumento demoniaco e si intorta il tutto con parole che scuotono gli animi del pubblico di seconda serata come “prostituzione”, “promiscuità”, “doppie vite”, “visibilità”. E i luoghi comuni escono da sotto le poltroncine bianche degli ospiti per invadere lo schermo. Il blog per gli opinionisti in studio si limita ad essere una delle pagine buie dell’assassinio della giovane inglese, e serve per costruire un’atmosfera inquietante legittimata dalla facile associazione “giovani, droga, sesso e violenza”. Il pubblico a casa è rassicurato. In fondo ciò che Bruno Vespa offre sono solo certezze. Rai Uno ha come target di riferimento un pubblico anziano e poco acculturato, cresciuto ed educato ad un tipo di comunicazione unidirezionale che non permette il confronto e l’approfondimento. Piovono dall’alto considerazioni, il pubblico passivamente le metabolizza senza poterle né rielaborare, né tanto meno riformularle.
Hanno paura, ecco tutto. Quel gruppo di cinquantenni ha paura perché non sanno come affrontare la comunicazione bidirezionale che la rete offre e di conseguenza demonizzano il fenomeno Internet. Non è un caso che tra gli opinionisti non c’era neanche un rappresentate dei giovani, neanche un bellimbusto costruito su immagine e somiglianza dei “giovani di oggi” a dimostrare le loro tesi. No, c’erano sono “adulti” profondamente disorientati per come i mezzi di comunicazione stanno cambiando: rischiano di perdere il treno loro, o forse lo hanno già perso da tempo. Non c’è nessun commento del pubblico alle loro considerazioni, non c’è partecipazione, non c’è lo scambio di idee che Internet offre. I blog servono solo a quei ragazzi che non riescono ad andare in un reality, ecco il sunto della trasmissione.
Così si rischia di banalizzare il tutto, di allontanare la dimensione partecipativa della rete da quella generalista della televisione. Mentre in altri paesi si sta cercando un punto d’incontro tra questi due ambienti, di costruire un ponte che permetta alla stessa televisione di rigenerarsi e di riposizionarsi nella mente degli spettatori, in Italia vige lo stato di puro pregiudizio, il video è una triste conferma.
8 commenti:
peccato che sia tagliato il documentario sull'abitudine al sesso e alla droga dei giovani universitari..
in altri paesi - soprattutti nei paesi meno ricchi di denaro - internet è considerata una grandissima ricchezza, la possibilità di comunicazione, di scambio, da noi addirittura viene recriminata in questo modo, il problema di Vespa e coetanei è esserne fuori, ma in questo modo si scende dal treno di un movimento globale che va veloce come la luce, e in questo paese a parlare e a decidere sono solo ultrasessantenni..
@naima:sulla tv generalista qualcosina si trova, c'è chi ci prova a scrollarsi di dosso frasi fatte e retorica di bassissima lega, ma è poco. L'associazione sesso e internet, trasgressione e blog fa male a tutti, anche a chi conosce un pò meglio la società digitale. Un salutone! :-)
ciao andrea, terrificante questo video.
ti ho risposto sul mio blog, grazie per essere passato, a presto.
oi andrè quando poi hai finito corri corri, fai una scappata nel mio blogghe!
ciaoooos
Ne parlano senza conoscere.
A forza di criminalizzare il mondo dei giovani a sproposito finirà che lo renderemo davvero quel che non è.
Il male vero? Il mercato.
@daniela:terrificante è dir poco... dal salotto di Vespa ogni tanto scappano certi mostri!
@adrio:passo amigos!
@guccia:il mercato, a mio parere, pò anche illuminare menti buie: i suoi tentacoli toccano tutti e portano molteplici istanze, anche qualcosa di buono può arrivare e svegliare gli animi, credo. Un salutone a tutti!
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