martedì 25 settembre 2007

Perchè non pesi niente

I Marta sui tubi sono la dimostrazione che in Italia c'è gente che sa fare musica e scrivere testi senza usare la classica rima cuore-amore. Sono siciliani ma vivono a Bologna, scrivono nella loro mini biografia:
La Sicilia e Marta avevano bisogno di essere lasciate da sole. Ottobre 2002: iniziamo a suonare a Bologna. Vino, chitarra, peperoncino, patate, carta e penna. Via del Pratello sembra un villaggio turistico per anime allo scarrozzo. Se dormi troppo rischi di risvegliarti punkabbestia. Ci tiene svegli la voglia di meritarci un vestito da festa per le nostre canzoni nude.
Dal vivo non ho avuto ancora il piacere di ascoltarli (dicono che siano dei mostri di bravura), ma il loro disco C'è gente che deve dormire l'ho consumato. I testi, apparantemente sconnessi, si devono rielaborare nella scatola cranica; ogni tanti mi capita di ripetere qualche passaggio di Perchè non pesi niente, affiora nella mente, senza alcun motivo. Il disco la prima che lo ho ascoltato mi ha lasciato perplesso. Non riuscivo a mettere in ordine le canzoni, dargli un senso. Ma riascoltandolo ho iniziato a comprendere che, se volevo capirci qualcosa, dovevo lasciarmi andare, non irrigidirmi nell'assenza di formalismi. Se li vuoi ascoltare devi mettere da parte il classico schema della canzone italiana.
Qui sopra vi ho postato il video di questa canzone. Il paese diroccato è Poggioreale, nel Belice, distrutto dal terremoto del 1968. Prego, deliziatevi di buona musica.

lunedì 24 settembre 2007

Vite avvitate


Questi giorni ho preso parecchio la metro. Era da un pò che mi cullavo dalle mie parti, spostandomi a piedi, raggiungendo luoghi in poco tempo. Ma una strattonata, che mai ti aspetti, altrimenti non sarebbe una strattonata, più un cazzotto o che ne so uno schiaffo; dicevo, una strattonata ha svegliato le mie ansie da tempo acquietate sotto l'ombra della mia tranquillità. E vaffanculo al mondo, mi dicevo, dirigendomi al Policlinico.
Mio nonno poteva andarsene, ma invece è rimasto qui. La sua vita è saldata fuoco, non riesci mica a cacciarla via. Mio nonno è forte, ecco cosa ho pensato quando lo visto sdraiato sotto una foresta di tubi e quel pigolio, fastidiosissimo, dei macchinari che mi dava alla testa.
Quando tornavo a casa, immergendomi nella moltitudine sudata dei vagoni della metro, mi chiedevo quanto una vita può essere avvitata.
Scendendo con la voce registrata che diceva "...an Paolo, next stop Marconi", mi sono convinto che mica si sa quanti giri di cacciavite ci hanno dato, mica lo si può sapere.

domenica 16 settembre 2007

L'albero delle bottiglie


- Quel palo con le bottiglie. Che cazzo è? Roba decorativa?
- E' una di quelle stronzate mojo. Ti protegge dagli spiriti malvagi. Dice che gli spiriti entrano nelle bottiglie e ci restano intrappolati. O forse entrano e vengono sputati fuori trasformati in una roba innocua. Non so di preciso. Ricordo di averli visti qualche volta da bambino.
Hap e Leonard, la coppia noir ideata da Lansdale, in Mucho Mojo scoprono uno scheletro di bambini sotto la casa dello zio defunto di Leonard. Il sud degli Stati Uniti accoglie la storia, ci ficca dentro, spietatamente, tante delle sue contraddizioni. E su una in particolare Lansale sembra soffermarsi, quella del razzismo. E' una costante dei romanzi dello scrittore americano che, per chi ha già letto qualcosa, o diventa teme centrale, costantemente stimolante o, altrimenti, genera noia. Io sono per la seconda considerazione.
Mucho Mojo è un libro pieno zeppo di fiction (in positivo, per capirci, quella fiction bella, coinvolgente, non pensate a cose tipo Gente di mare ecco), una sorta di vhs simpatico che può riempire un sabato sera moscio, ma nulla più. La blogosfera e in generale l'ambiente della rete, aspettava con ansia la ristampa di questo libro considerato come uno dei migliore di Lansdale. A mio parere siamo lontani da quella splendita e avvincente storia che è In fondo alla palude. L'intreccio in Mucho Mojo è scontato, a tal punto che a metà romanzo si può individuare senza alcuna difficoltà il colpevole, e poter tirare le somme per un finale che, non a caso, si rivela tale. Insomma, da questo libro mi aspettavo di più. Un aspetto che mi ha incuriosito è quello del albero delle bottiglie. Interessante perchè tempo fa, bazzicando per le gallerie fotografiche di Repubblica, mi ero soffermato su quella dei viaggi sulla Route 66, e mi ero scaricato la foto qui pubblicata. Una foto curiosa, però incomprensibile. Lansdale ha svelato l'arcano.

martedì 11 settembre 2007

Angelo della Nebbia


Come scrivevo tempo fa, sto continuando a buttar giù una storia. Qualcosa di buono sta nascendo, alcuni personaggi stanno per diventare grandi, autonomi, e da quel momento in poi tutto sarà un pò più facile. E si perchè quando un personaggio, attraverso le parole, inizia a prendere forma, concretizza il suo carattere, sa, finalmente affrontare con le sue scelte (e non di chi scrive) il corso degli eventi, allora tutto è più facile. La storia prende vita.
Angelo della nebbia. Sono bastate queste tre parole, sottratte senza grosse premure ad una splendida canzone di Ligabue, per dar vita ad un personaggio che avrà un peso non indifferente nella storia. E' con queste parole che Ettore si è svelato; è ascoltando quella canzone che Ettore ha fatto capolino nel mio cervelletto.
Non voglio dirvi molto, anche perchè, probabilmente, non ve ne frega niente; ma vi assicuro che è una bella soddisfazione veder crescere un proprio personaggio, inserirlo nel contesto narrativo pensato e ripensato tante volte e poi esclamare "sto tipo ci sta proprio bene qui!". Chissà cosa farà Ettore? Per adesso mi basta sapere che c'è.

lunedì 10 settembre 2007

Luci al Circo Massimo

Si chiama Giancarlo Neri l'artista che ha deciso di illuminare il Circo Massimo in occasione della notte bianca. L'effetto è garantito. Ieri sera, girovagando per il Circo, non ho potuto fare a meno di fotografare lo spettacolo luminoso. Del resto anche tutti gli altri presenti immortalavano l'evento. Bello, davvero molto bello. E' una strana sensazione quella che si prova immergendosi in quel mare luminoso, ben 10.000 sfere luminose danno vita ad uno spettacolo raro. Complimenti al Neri, che peraltro, spulciando nella rete, ho scoperto che ha realizzato quest'altra opera impressionate. Ecco una foto di ieri sera. Salut'!